Da Stanivslaskij a Mejerchold, da Grotovskj a Docroux, a Sinisterra tutti i grandi maestri del teatro moderno sono d’accordo su una cosa: è una necessità per l’attore seguire contemporaneamente due o più linee nella propria recitazione. Linee interiori, mentali e immaginifiche, e linee fisiche. Linee che si colleghino tra di loro ma che non si sovrappongano completamente. Una Molteplicità questa che garantisce la credibilità dell’attore:
“L’attore deve diventare elemento di un teatro traslucido, un luogo dove si vede e non si vede, dove tutto è chiaro e opaco allo stesso tempo; deve far posto dentro di sé (all’intricarsi delle linee multiple di pensiero proprie di ogni essere vivente e quindi anche del proprio personaggio – Sinisterra, Teatro Traslucido, 19) Il pensiero umano non si esplica solo in una linea; per cui, “ad esempio, mentre parlo con te sto pensando che dovrei fumare un’altra sigaretta e allo stesso tempo che il colore della tua maglietta è uguale a quello della mia. Quello che io faccio è inventare linee di pensiero parallele, in modo che mentre l’attore dica delle cose pensi ad altro. Così facendo, la parola spiegativa si riduce lasciando percepire un’altra idea oltre il significato letterale.”
(Sinisterra, Intervista personale, 21 luglio 2007 )
Questa molteplicità cattura l’interesse del pubblico.
“La non corrispondenza tra la parola e il gesto, lo sguardo, il movimento del corpo sconvolge le aspettative di chi osserva oltre che degli stessi attori.”
(Sinisterra, Intervista personale, 21 luglio 2007)
oltre a ridargli il suo ruolo attivo.
“L’attore non è più un supercomunicatore che moltiplica le sue risorse espressive col rischio di esagerare nell’illustrazione dell’azione drammatica, ma adotta uno stile contenuto, austero, enigmatico attraverso il quale, – secondo l’immagine dell’icesberg – manifesta soltanto una minima parte di quanto accade al personaggio e le altre parti restano sommerse… Così facendo obbliga il ricettore a un ruolo più attivo, inducendolo a riempire i buchi di significato. In definitiva, la teatralità minore restituisce allo spettatore la sua funzione creativa, combattendo la tendenza alla passività del cittadino che le società “democratiche” odierne stanno fomentando. Un compito politico importante per il teatro del futuro è, secondo Sinisterra, restituire allo spettatore-cittadino la lucidità, la creatività, la partecipazione, l’intelligenza e anche l’innocenza attraverso la sua attività creativa.”
(Tra determinismo e aleatorietà: l’improvvisazione dell’attore nel teatro di ricerca contemporaneo Author: Anna Grazia Cafaro)
E’ necessario, dunque, allenare l’attore a questa molteplicità nella determinazione, per esempio, del corpo e del testo, all’ambiguità ed al caos nell’ordine e nella ripetitività!
Certo! Ma come?
Da questa esigenza è nato IL VIAGGIO AL MONTE ANALOGO, il mio training personale, l’unione tra ASHTANGA YOGA e MEDITAZIONE. Si tratta di un’avventura attraverso numerosi paesaggi e stanze interiori, popolati da immagini mitologiche, archetipi e simboli, un’avventura che mi porta, ogni volta, a stupirmi di me stessa.
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